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IL NUOVO LIBRO DI ERNESTO SOLARI

"LEONARDO: LA TESTICCIOLA DI TERRA"

Ed. Colibrì - Milano/ Paderno Dugnano

presentazione 22 Aprile - Critico Roberto Borghi

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Ci si è avvalsi della collaborazione del Laboratorio 3D Survey Group-Politecnico di Milano Dip.A.B.C. www.sitech-3dsurvey.polimi.it

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QUANDO LA SCIENZA AUTENTICA

LA GRANDE BELLEZZA

Con questo libro Solari ha inteso proporre un mosaico di elementi dettagliati dello studio di un'opera straordinaria, una testa di giovinetto in terracotta. Il fascino che emana da quest'opera mi ha convinto a proseguire nel suo studio, soprattutto per la presenza, in essa, della varietà espressiva del "Puer et senex", caratteristica predominantee, secondo gli scritti del tempo, delle opere di Leonardo.

(COMUNICATO STAMPA)

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Solari è da molti anni impegnato nello studio del grande Leonardo, ricordiamo gli studi sul Cenacolo, citati da Pedretti in “Leonardo& io” (Mondadori 2008).

Con questo nuovo libro Solari intende proporre un mosaico di elementi dettagliati ed approfonditi relativi a un’opera straordinaria, una testa di giovinetto in terracotta. Il fascino che emana da quest’opera è rafforzato soprattutto dalla presenza della varietà espressiva del “Puer et Senex”, caratteristica predominante, secondo gli scritti del tempo (Lomazzo), delle opere di Leonardo. Questa duplice espressività (o come qualcuno l’ha definita, ambiguità) crea un particolare status psicologico e terapeutico nell’osservatore, effetto che Leonardo cercò, fra i primi, di ottenere nelle sue opere.

Si tratta di una rarissima terracotta di Leonardo. I pareri di alcuni esperti illustri hanno portato a considerare lo stile dell’opera vicino al Verrocchio o a qualche allievo della sua scuola: e tutti sanno che l’allievo migliore del Verrocchio scultore fu proprio il giovane Leonardo che, secondo il Vasari, si cimentò spesso nell’arte del modellare la terra.

Lo stesso Leonardo e successivamente l’Anonimo Gaddiano, il Vasari e il Lomazzo confermano questa passione per la lavorazione della terra che sfociò nel cavallo per il monumento a Francesco Sforza, andato distrutto.  

Nell’affrontare il problema delle caratteristiche fisionomiche di questa testa, che per tutti ha evidenti riferimenti con la classicità, Solari si è accorto che l’autore (o lo stesso Leonardo), intendeva andare oltre l’interesse verso la cultura umanistica e superare anche il Neoplatonismo dilagante in quegli anni; quel Neoplatonismo che  sembra accompagnare Leonardo, col Timeo sotto braccio, proprio come Raffaello lo rappresenta nella scuola di Atene,  per raggiungere quasi una dimensione spirituale estremamente razionale per l’osservatore.

Leonardo, apparentemente, sembra qui voler fondere  un volto classico greco con una capigliatura ed un’espressività che ci porta a considerare forse le origini del Cristo fanciullo…. E questo cosa può voler significare? Leonardo non è un artista impressionista né cubista, ma la simultaneità di questa visione ci stupisce. Tutte le facce del cubo qui si aprono e fanno mostra di sé.

L’unione di un volto dalla bellezza greca con la razionalità di una certa mistica delle origini, alla quale appartenevano Cristo e Giovanni il Battista, dimostra che il genio Vinciano non si accontenta di usare un’iconografia tradizionale perché sente la necessità di indagare tutti gli aspetti mistici e storici di queste religioni. E il Cenacolo è stato il suo banco di prova.

Lo scopo di questo libro è pertanto quello di ricercare le innumerevoli dimensioni o facce di questa opera per stimolarne una visione totale e una lettura simultanea, al fine di permettere quel confronto di idee e di pareri  utili per l’approfondimento culturale ed artistico che l’opera sicuramente merita.

Con quest'opera Leonardo scultore trova una sua dimensione di bellezza e perfezione che caratterizza tante sue opere pittoriche.

 

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COPERTINA DEL LIBRO

PRESENTAZIONE A MILANO

DEL 22 APRILE

E BREVE RASSEGNA STAMPA

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RASSEGNA STAMPA DEL 2014

In risposta al parere del Prof. Francesco Caglioti

PDF

Gli esami scientifici hanno confermato l'autenticità di questa testa

unica opera conosciuta come terracotta di Leonardo

ad essere stata sottoposta a tre termoluminescenze

da tre diversi laboratori

PRESENTATION

This book aims at presenting a mosaic of detailed and exhaustive facts about the study of an extraordinary artwork: a clay head of a young boy, previously shown at Como Library Hall in April 2014.

The charm emanating from this work, which only accounts for one sixth of its worth, convinced me to continue with my studies, particularly in light of the Puer et Senex concept it expresses, which was a distinguishing feature of Leonardo's works according to documents from his times.  This dual appearance (or ambiguity, as defined by some) undoubtedly has a unique emotional and calming effect on the observer.

As I often had the opportunity to observe, Leonardo was and still is a great healer; his ties to the Essenes' culture and tradition appear to stand out once again in this short essay: my first publications (in the 80s and 90s) to voice such ideas were considered too bold since they were full of neoplatonic and esoteric references.

In the next few pages, dealing with the issue of the facial features of this head believed, by mainstream opinion, to bear obvious references to classical culture (1*) (which was likely true in the Renaissance, a century of revival for Greek and Latin classical culture), I am convinced that we might find that, in this work, Leonardo wished to transcend that kind of interest in the liberal arts by rising above the rampant Neoplatonism of the era; a concept which seems to stay with him when he carries Timaeus under his arm, the way Raphael depicts him in the School of Athens, to attain, by way of the Essenes' traditions (2*), a spiritual, extremely rational and also therapeutic state from the observer’s point of view.

In this work, Leonardo appears to want to blend a Greek classical face with a Hebrew hairstyle and expression.....And what can this mean?

Leonardo is neither an impressionist nor a cubist artist, but the coincidence of this vision is astonishing.  All six faces of the cube are open and on display here.

The union of a beautiful Greek face with the rationality of a religion in the Essenes’ tradition, to which Christ and John the Baptist seem to have belonged, shows that plain recourse to traditional iconography was not enough for Leonardo because he felt the need to explore all the mystical and historical aspects of these religions.

As for us, we have no wish to liken this work to either Renoir's delicious figures or Picasso's Demoiselles d'Avignon; we are not at all trying to associate the spirituality and poetic expression of this face with pleasure and enjoyment, nor with any profane or blasphemous ideas; we simply want to find the numerous layers or facets of this work to stimulate an overall vision together with an understanding, which would allow us to compare ideas and opinions that might prove useful in performing the in-depth cultural and artistic analyses this work deserves.

Ernesto Solari

 

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